Stats Tweet

Schubert, Franz Peter.

Musicista austriaco. Intrapresi gli studi musicali sotto la guida del padre, a 11 anni scrisse le sue prime composizioni. Dotato di una buona voce, nel 1808 fu ammesso nel coro della cappella imperiale e, malgrado le modeste condizioni economiche della famiglia, poté proseguire gli studi frequentando il convitto civico, dove rimase cinque anni. In questo periodo S. scrisse la sua prima sinfonia, una Messa e numerose altre composizioni. Nel 1814 iniziò a insegnare nell'istituto tenuto dal padre senza tuttavia interrompere l'attività di compositore, indirizzata sin d'ora verso la forma a lui più congeniale e dove conseguì esiti felicissimi: il Lied. Nel solo anno 1815 compose ben 144 Lieder, alcuni dei quali su testi di Goethe, al quale S. si ispirò sovente. Lasciato il lavoro di insegnante, nel 1818 si trasferì a Vienna dove, nonostante il sostegno di una vasta cerchia di amici, visse in condizioni economiche precarie. Da questo momento, infatti, S. rifiutò sempre ogni ipotesi di impiego regolare per dedicarsi in modo esclusivo alla musica, da cui comunque non ricavò per anni alcun vantaggio concreto: le sue composizioni venivano eseguite per un ristretto ambito di estimatori (le Schubertiadi, riunioni private dedicate all'ascolto delle sue musiche) e i Lieder cominciarono a essere pubblicati soltanto dal 1821, grazie a una sottoscrizione degli amici. Iniziarono presto anche i problemi di salute (S. contrasse la sifilide nel 1822) e, forse, sentimentali (l'amore infelice per la sua allieva Karoline, figlia primogenita del conte Esterházy). Nel 1820 fu rappresentata l'operetta I gemelli, genere teatrale cui S. si dedicò per conquistare, con la sicurezza economica, il riconoscimento del grosso pubblico. Tuttavia, nonostante il discreto successo del lavoro, la produzione teatrale di S. (cinque opere, oltre lavori scenici vari) non riuscì a rendere celebre il nome del suo autore. Effettivamente, malgrado i tentativi di rivalutazione compiuti nel XX sec., manca allo S. autore teatrale quella capacità di oggettivazione necessaria per creare una sostanziale diversità di personaggi vari e antagonistici. Nemmeno la produzione sinfonica ebbe, vivo il compositore, l'attenzione che meritava; la sinfonia La grande, per esempio, rimase sconosciuta fino al 1838, quando Schumann la ritrovò, e venne fatta eseguire da Mendelssohn l'anno successivo. Le delusioni professionali e l'intensissimo lavoro condussero il fisico di S., già indebolito dalla malattia, all'esaurimento; il musicista morì di tifo. Malgrado la morte prematura, S. ha lasciato circa 600 Lieder per canto e pianoforte, 8 sinfonie complete, una ventina di quartetti, altrettante sonate per pianoforte, un gran numero di fantasie, improvvisi e altri pezzi per pianoforte, oltre 20 lavori di genere sacro, circa 15 di genere teatrale. Di questa produzione imponente, scritta in un arco di tempo non superiore ai 18 anni, vanno ricordati: il Quintetto sul tema del Lied La Trota (1815); la IV Sinfonia in do minore detta La tragica (1816); la celebre Incompiuta in si minore (1822); l'Ottetto per strumenti a fiato e ad arco (1824); il Quartetto n. 13 (1824); La Morte e la Fanciulla (1825-26); il Trio con pianoforte in mi bemolle maggiore n. 2 (1827); la X Sinfonia in do maggiore detta La grande (1828); la Fantasia op. 15 per pianoforte; gli Improvvisi, i Momenti Musicali, i Valzer per pianoforte a 2 e a 4 mani. Nella vastissima produzione liederistica, su testi di Goethe, Heine, Schiller e altri poeti minori del tempo, spiccano soprattutto il tragicissimo Il re degli Elfi, il celebre La trota, il ciclo La bella mugnaia su poesie di W. Muller (1823). S. è considerato il liederista per antonomasia, e in questo genere ottenne in effetti gli esiti artistici migliori. Il testo poetico rappresenta per S. un modo per organizzare attorno a un centro ideale le sue fresche invenzioni melodiche e armoniche. Nella produzione liederistica schubertiana non è riconoscibile una linea di sviluppo dalle composizioni più giovanili a quelle della maturità. I temi che vi appaiono sono sempre quelli tipici del Romanticismo, affrontati e risolti con assoluta originalità: il sentimento dell'individualità, il vagheggiamento dell'amore, la nostalgia del passato, il gusto delle piccole cose e anche l'aspirazione all'infinito, la solennità dell'eterno, la tragicità dell'esistenza. Ma se S. fu grande soprattutto nel Lied, forma romantica per eccellenza, anche nella sinfonia egli si rivelò essenzialmente lirico, teso a esprimere unicamente se stesso, pur raggiungendo, nelle pagine migliori, un'autentica drammaticità (Liechtenthal, Vienna 1797 - Vienna 1828).